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Con un linguaggio scarno e con una franchezza e una semplicità spiazzanti, ne Il lettore erratico Liscano interpella la sua scrittura, ne svela origine e nascita, ne investiga non soltanto motivi e necessità, ma anche ineludibili conflitti, dai quali affiora come un'aspirazione a un'esistenza lontana dalle complicazioni della lingua, e il desiderio di cose semplici, incontaminate e mute. Pacatamente, Liscano ci conduce in un territorio di straordinaria intimità con se stesso e la sua opera. L'informatore, derivato da La edad de la prosa, è una delle prime opere scritte da Liscano in carcere. Un uomo, recluso, viene obbligato da una misteriosa Commissione a informare per iscritto - pena terribili castighi - su non si sa cosa. Così, l'uomo scrive le prime cose che gli attraversano la mente. Liscano, facendo oscillare la lingua del suo personaggio tra menzogna, dramma, buffoneria e umorismo, da un lato ridicolizza un potere la cui unica regola è il vile esercizio di stupidità e arbitrio, dall'altro indica la capacità della parola di sostenere il peso dell'assoluta insensatezza e di restituire un qualche significato all'esistenza di chi in quella si trova costretto a dimorare.